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COMUNICATI STAMPA ANNO 2019
 


Comunicato stampa N.   1  - La Costituzione del Comitato
Comunicato stampa N.   2 - Le Falsità di Pablo Trincia

Comunicato stampa N.   3 - Al Direttore de La Gazzetta di Modena

Comunicato stampa N.   4 - La Gazzetta di Modena

Comunicato stampa N.   5 - La Gazzetta di Modena

Comunicato stampa N.   6 - Resto del Carlino

Comunicato stampa N.   7 - Robadadonne.it

Comunicato stampa N.   8 - Al Direttore de La Verità

Comunicato stampa N.   9 - Al Direttore de La Verità

Comunicato stampa N. 10 - Al Direttore de La Verità

Comunicato stampa N. 11  -  Le Iene

Comunicato stampa N. 12 - Tvqui e Resto del Carlino

Comunicato stampa N. 13 - Commento all'audizione di Pablo Trincia

Comunicato stampa N. 14 - Partecipazione del Comitato all'audizione in Comm. Reg. d'inchiesta

Comunicato stampa N. 15 - Lettera al Direttore di Modena Today

Comunicato stampa N. 16 - Lettera al Direttore di TVCM

Comunicato stampa N. 17 - Lettera al direttore di Piazza Verdi

Comunicato stampa N. 18 - Non E' L'Arena

Comunicato stampa N. 19 - Lettera al Direttore de La Stampa

Comunicato stampa N. 20 - Lettera aperta al Direttore di Avvenire

Comunicato stampa N. 21 - Il Giornale.it

Comunicato stampa N. 22 - Lettera al Direttore de La Verità
 

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COMUNICATO STAMPA N. 1 del 08/07/2019

Costituzione del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

A seguito della campagna mediatica scaturita dall’inchiesta “Veleno” del giornalista Pablo Trincia sulla vicenda della pedofilia della bassa modenese di circa venti anni fa, si rende noto che è stato costituito in data 6 giugno 2019 un Comitato composto da 27 membri di cui 7 ragazzi vittime degli abusi e violenze e 20 fra genitori affidatari e adottivi.

Lo scopo che si prefigge il Comitato, denominato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”, è quello di tutelare coloro che allora furono vittime di reati sessuali, perlopiù accertati giudizialmente, rispetto alla ricostruzione distorta e unilaterale che oggi si sta facendo sull’accaduto e che di fatto li vittimizza ancora una volta, costringendoli a rivivere, loro malgrado, i traumi passati.

I componenti del Comitato non si riconoscono nella rappresentazione dei fatti compiuta dal Sig. Trincia, basata su falsità  e volute omissioni.

Il Comitato intende aver voce per contrastare tale versione parziale e inveritiera dei fatti, che oggi imperversa indisturbata e priva di alcun contraddittore, su giornali e reti televisive, nonché sui social.

A tale fine, promuoverà ogni utile iniziativa e chiede ai mezzi di informazione che le proprie istanze siano portate a conoscenza  della pubblica opinione.

Annalisa Lucarelli ( Cell. 333-9876219 – lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

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COMUNICATO STAMPA N. 2 del 01/08/2019

LE FALSITA’ SOSTENUTETE DA PABLO TRINCIA SUI GIORNALI, SUI SOCIAL E NELLE TRASMISSIONI TELEVISIVE IN MERITO AGLI ABUSI DEI BAMBINI NELLA BASSA MODENESE

Negli ultimi mesi c’è stata una escalation di presenza mediatica del Trincia sui mezzi di informazione dove ha martellato il pubblico con le sue solite opinioni sulla vicenda.

Le falsità e scorrettezze  principali che sono state divulgate all’opinione pubblica, senza mai una opportuna verifica da parte dei giornalisti, che le hanno accettate come vangelo, sono riassumibili in modo sintetico, ma non certo esaustivo, nel seguente prospetto.

Quanto riportato di seguito è completamente avvalorato dagli atti processuali e da testimonianze anche attuali.

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1- Le testimonianze dei bambini di allora sugli abusi sessuali in famiglia non sarebbero veritiere perché non sarebbero state provate quelle relative ai riti satanici nei cimiteri

FALSO

La posizione è completamente fuorviante per il pubblico che recepisce questa informazione.

Il teorema enunciato è sbagliato : il fatto di non aver trovato prove sui riti satanici non può essere posto a giustificazione che anche gli abusi sessuali domestici non siano avvenuti.

Infatti, questi ultimi sono stati accertati con ben 15 condanne definitive. Le imputazioni per gli abusi rituali sono cadute anche e soprattutto per insufficienza della prova. Questo diverso trattamento prova, al contrario di quanto afferma Trincia, che il materiale probatorio fu  valutato dai giudici in modo scrupoloso, come si può vedere nelle motivazioni delle sentenze.

Inoltre, come ha fatto notare Valeria nell’intervista su RAI 3, non è detto che se un fatto non è dimostrabile non sia successo.

2- In varie trasmissioni televisive sono stati invitati  degli psicologi che hanno espresso giudizi nettamente negativi sulle testimonianze dei bambini

SCORRETTO

Lo psicologo non può esprimere diagnosi senza aver avuto modo di conoscere personalmente i soggetti.

E’ stata fatta segnalazione dell’accaduto al proprio Ordine Professionale.

3- Il Trincia, sempre in varie occasioni di incontri televisivi e pubblici, ha invitato persone che hanno espresso pareri negativi e talvolta offensivi nei confronti di alcuni ex bambini.

SCORRETTO

Chi vuole appurare la verità, come sostiene il Trincia, non utilizza e né fa utilizzare ai suoi inviatati, espressioni offensive, denigratorie e talvolta derisorie, nei confronti soprattutto di soggetti che all’epoca dei fatti erano bambini e che sono state vittime accertate di reati sessuali.

4- Il Trincia, nella ricerca di informazioni per la sua inchiesta, ha utilizzato tutti i mezzi, al limite del persecutorio, per ottenere lo scopo

SCORRETTO

Un caso eclatante  è quello della sua collaboratrice, la giornalista Rafanelli, che per carpire le informazioni su un ragazzo, si è presentata presso a casa sua, con la madre presente, dichiarandosi con un altro nome.

5- Il Trincia, per avvalorare la propria ricostruzione della vicenda, omette fatti che sono fondamentali per la comprensione di quanto accaduto.

FALSO

Prima di tutto non vengono riportate sui mezzi di informazione le 15 condanne che sono state inflitte a quelle persone che oggi vanno in televisione e scendono in piazza proclamando la propria innocenza.

Le psicologhe sotto accusa sarebbero le responsabili della “sottrazione” dei minori ma si dimentica di dire che le stesse fanno le segnalazioni cui sono obbligate per legge ma poi le decisioni vengono prese dagli organi giurisdizionali competenti.

Il Trincia si scaglia unicamente sulla Dott.ssa Donati mentre nella realtà sono state almeno 5 le psicologhe che si sono occupate dei vari casi, con la supervisione del Centro del Bambino maltrattato di Milano

A proposito del caso della Lorena Morselli il Trincia si dimentica di dire :

- che la Sig.ra Lorena è stata assolta per non aver commesso il fatto, ma è stato accertato che il fatto è avvenuto, cioè che i suoi 4 figli sono stati abusati, come risulta dalla sentenza di condanna definitiva degli zii e del nonno dei fratelli Covezzi. Trattasi evidentemente di una madre molta attenta ai propri figli.

- che la Sig.ra Lorena, che ha inondato di lacrime gli studi televisivi di varie televisioni dichiarandosi profondamente cattolica e amante dei propri figli, ha permesso che i suoi 2 fratelli e la sua mamma richiedessero i danni alla nipote Valeria, alla ASL e alla Dott.ssa Donati, a seguito dell’assoluzione degli stessi in un separato procedimento penale instaurato in base ad una denuncia di abuso della nipote. Con sentenza 795/2019 il Tribunale civile di Reggio Emilia ha respinto il ricorso e condannato alle spese i ricorrenti.

- che in tale sentenza il Giudice ha giudicato corretto il comportamento tenuto dalla Dott.ssa Donati nelle audizioni di Valeria.

- che il giorno dell’allontanamento dei suoi 4 figli, avvenuto il 12 novembre 1998, questi non hanno manifestato opposizioni, anzi si sono dimostrati felici di lasciare la famiglia di origine .

- che i suoi figli, qualora lo avessero voluto, avrebbero potuto far ritorno dalla madre, ma che non ne hanno mai voluto sapere, come confermato anche dalle interviste su RAI 3 del 2018 e 2019

6- Il Trincia, per far valere la propria ricostruzione della vicenda, tende ad imporre una propria tesi precostituita dei fatti senza accettare un contraddittorio con chi la pensa diversamente

SCORRETTO

Un giornalista che voglia ricostruire una vicenda in modo obbiettivo e completo deve anche essere disposto ad ascoltare tutte le parti in gioco e trarne delle conseguenze.

La sua non è un’inchiesta, che dovrebbe partire da evidenze (ipotesi) per arrivare ad una tesi conclusiva, ma un’interpretazione soggettiva degli atti processuali adattata alla sua tesi precostituita

7- Da tutti i suoi interventi il Trincia manifesta compassione e dolore per coloro che sono stati condannati e mai parla del dolore che hanno subito i ragazzi

SCORRETTO

In una vicenda che interessa dei minori, vittime di abusi, il Trincia si preoccupa più degli adulti e mai delle sofferenze subite dai bambini: i carnefici sono diventati vittime e le vittime carnefici

8- Il Trincia afferma che con la sua inchiesta ha fatto delle scoperte sensazionali

FALSO

Le documentazioni video che porta in dote nelle trasmissioni televisive non sono altro che quelle dagli atti processuali di 20 anni fa e sono comunque riportati parzialmente, con estrapolazione dei soli frammenti che possono corroborare la sua tesi.

9- Il Trincia in tutta questa vicenda appare come un paladino della “verità” che sta portando a termine una “missione”

FALSO

Alla “missione” del Trincia si sono aggregati altri soggetti che non hanno minimamente a cuore la sorte dei bambini.

La sua, da inchiesta giornalistica, è diventata un vicenda mediatica con connotati ideologici

10- Il Trincia sostiene chele famiglie affidatarie hanno percepito dei compensi non regolari

FALSO

I compensi di che trattasi sono stati erogati secondo la legge regionale (delibera 1378/2000)

Luglio 2019

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COMUNICATO STAMPA N. 3 del 01/08/2019

LETTERA AL DIRETTORE DE LA GAZZETTA DI MODENA

Egr. Direttore,

chi scrive è un rappresentante del Comitato Voci Vere – Vittime della bassa modenese.

Il Comitato è costituito da 27 persone di cui 7 ragazzi vittime di abusi 20 anni fa e dai loro genitori affidatari e adottivi, con lo scopo di tutelare il rispetto e la dignità dei ragazzi, vittime di abusi sessuali accertati da ben 15 sentenze di condanna definitive, avverso le calunnie e falsità che sono state detto nei loro confronti.

Nel polverone mediatico che si è creato vorrei porle all’attenzione la voce di chi non ha mai avuto voce in questa vicenda : i ragazzi abusati e i loro genitori.

Lei in queste settimane, a dir poco calde, ha mai notato sui giornali un articolo che riportasse le testimonianze o l’opinione dell’altra parte interessata ? Perché mi sembra che si stia parlano proprio di questo, di ragazzi abusati, giusto ?

Ha mai visto sui vari programmi televisivi nazionali, ad eccezione di “Chi l’ha visto?” che , a onor del vero, ha permesso a 3 dei nostri ragazzi di essere intervistati ( per il momento sono andate in onda solo 2 interviste), delle interviste a noi genitori ?

Mi sembrava, infatti, che nelle nostre società occidentali democratiche vigesse il principio del contraddittorio, o per lo meno dell’ascolto anche della parte che viene accusata, fosse solo per essere informati.

Invece In questa vicenda i giornalisti hanno già aderito al vangelo secondo Trincia e pertanto non importa il parere di loro che da “vittime” sono stati fatti diventare “carnefici”.

All’inizio del mese scorso abbiamo inviato a tutti i giornali e a tutte le televisioni, nazionali e locali, un comunicato nel quale si informava della costituzione del Comitato e del suo scopo, richiedendo di essere intervistati.

Non abbiamo avuto praticamente nessuna risposta.

La mia, Sig. Direttore, è una supplica, per favore dia spazio sul suo giornale anche alla nostra esperienza, ci permetta di informarla della verità che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, con la sofferenza, soprattutto dei ragazzi.

Non ci lasci ancora INVISIBILI. Annalisa Lucarelli (cell. 333/9876219)

P.S.

Le allego anche uno schema generale delle falsità che il Sig. Trincia ha diffuso su giornali e televisioni riservandoci di pubblicare una nostra analisi più dettagliata specificamente rivolta al libro “Veleno”.

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COMUNICATO STAMPA N. 4 del 10/08/2019

LA GAZZETTA DI MODENA

In relazione all’articolo pubblicato oggi, 10 agosto 2019, sulla Gazzetta di Modena, intitolato “L’attacco a Pablo Trincia su facebook per Veleno ma le accuse sono fake”, il COMITATO VOCI VERE – Vittime della bassa modenese, precisa quanto segue :

  1. la pagina facebook “VOCI VERE” è espressione del Comitato ed è aperta ai commenti da parte di chiunque;

  2. l’elenco delle falsità pubblicato è un allegato della “Lettera al Direttore” inviata anche al Vostro giornale in data 01/08/2019, anch’essa pubblicata sulla nostra pagina facebook, nella quale espressamente si dice che l’elenco riguarda le falsità che sono state dette in programmi TV e scritte sui giornali ; non riguarda perciò il libro “Veleno”, del quale, come detto nella lettera, ci riserviamo una analisi e una replica più dettagliata;

  3. riguardo alla Sig.ra Lorena Morselli, il riferimento era al fatto che sui mezzi di informazione si è omesso di dire che i suoi figli furono abusati dagli zii e dal nonno, condannati con sentenza definitiva.

  4. riguardo al riferimento al contraddittorio, questo è sempre riferito ai mezzi di informazione; si voleva significare che nelle varie trasmissioni e sui giornali, non sono mai stati invitati o intervistate persone che avessero un’opinione diversa dal Sig. Trincia e da coloro che di solito l’hanno accompagnato: non si voleva perciò far riferimento al contraddittorio cercato dal Sig. Trincia negli ultimi tempi;

  5. sulla questione delle “scoperte sensazionali” quella è la nostra semplice opinione, e come tale dovrebbe essere democraticamente accettata;

  6. sui compensi alle famiglie, anche questa cosa è stata detta sui media, ma visto che il Sig. Trincia ne ha fatto riferimento corretto sul suo libro, gli riconosciamo la bontà dell’informazione.

  7. si smentisce che nel post su fb ci siano “volgari accuse a Trincia”.                                                                                  Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it )                                                                                                          Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

 

COMUNICATO STAMPA N. 5 DEL 03/09/2019

LA GAZZETTA DI MODENA

In relazione all’articolo pubblicato il 31/08/2019 sulla Gazzetta di Modena, intitolato “Trincia Torna a Mirandola e gli Affidatari scrivono a RENZI”, il COMITATO VOCI VERE – VITTIME DELLA BASSA MODENESE, precisa quanto segue :

  1. Il Titolo è fuorviante in quanto le comunicazioni sono state inviate a tre Partiti e non solo a Matteo Renzi;

  2. Nel titolo Il termine Affidatari non è preciso in quanto nel Comitato sono presenti anche genitori adottivi;

  3. Il collegamento che il vostro giornale fa fra riti satanici, Veleno e Bibbiano è fuorviante e confusivo: gli imputati di allora furono condannati definitivamente in Cassazione con 14 condanne per abusi sessuali in famiglia, e quindi non “in corner” e non “solo alcune persone” come scritto sull’articolo. Il fatto che non siano stati condannati per abusi rituali non significa che questi siano inesistenti, come da più parti si vuole affermare. Il collegamento con i fatti di Bibbiano è inesistente, anche se si vuole insinuare il contrario;

  4. Chi ha ritrattato, dei 16 ragazzi, è solo una, non “una parte”, come viene riportato ed una soltanto è la richiesta di revisione ad oggi presentata;

  5. Il Comitato non attacca i giornali sui social. Il Comitato con i suoi aderenti e simpatizzanti, che sono molti e sempre in aumento, segnala sui social i contenuti inveritieri e fuorvianti di taluna stampa, come nel presente caso;

  6. Il lavoro di Trincia è opinabile, sotto diversi aspetti, ed è questo che sostiene il Comitato: egli esprime quelle che sono sue opinioni, e che, secondo il Comitato, non possono assurgere a rango di “prova”, come al contrario, viene oggi ritenuto;

  7. Non si comprende su quali basi venga affermata una pretesa ispirazione a Foti , né che cosa si intenda con tale assunto. Il Comitato è indipendente da partiti ed altre istituzioni e svolge la propria azione libero da qualsiasi condizionamento e strumentalizzazione;

  8. Il Comitato smentisce categoricamente di aver emesso tale comunicato per promuovere azioni esclusivamente contro Forza Italia; al contrario, ha inteso precisare che nessun partito deve strumentalizzare per scopi politici la vicenda dei nostri ragazzi : qualsiasi iniziativa portata avanti in tal senso contro i nostri ragazzi, da parte di qualsiasi partito, sarà da noi criticata e condannata. A dimostrazione di questo nel testo del comunicato, che non è stato riportato nell’articolo, si chiedeva costruttivamente alla Senatrice Bernini di intervenire perché non si facesse questa strumentalizzazione, come detto anche agli altri partiti. L’invito alle associazioni, enti, ecc. non era per fare azione contro Forza Italia, ma per collaborare insieme nel raggiungimento dello scopo comune che è quello di tutelare i più deboli, indipendentemente dal colore politico specifico (anche questo contenuto nel testo ma non pubblicato).

  9. Le sfilate dei genitori per le strade di Mantova, riportate a fine articolo, non hanno niente a che fare con la nostra vicenda, e confondono ancora il lettore.

Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

Reggio Emilia, 03/09/2019

 

COMUNICATO STAMPA N. 6 DEL 05/09/2019

REPLICA A CARLO GIOVANARDI SU RESTO DEL CARLINO MODENA - 05/09/19

Leggo sul Resto del Carlino Modena che l’On. Giovanardi invita il comitato ad un confronto, avente per oggetto il caso della ragazza allontanata dai genitori nel 1998, e che ancora oggi conferma le dichiarazioni di allora, comprese le accuse ai genitori. Il comitato, secondo l’Onorevole, dovrebbe comunicare alla ragazza l’esito dei processi che videro imputati i genitori, nonché il fatto che “i riti non sono mai esistiti”.

La ragazza, insieme ai fratelli (dei quali l’On. Giovanardi non sembra ricordarsi), si era costituita parte civile nei processi che videro imputati i genitori, quindi è già perfettamente a conoscenza, e come lei i fratelli, del loro esito. Ancora oggi ella conferma, e con lei altre vittime, che i fatti che riferì nei vari processi erano veri e realmente accaduti. L’on. Giovanardi sa che la verità processuale è la verità degli atti processuali, e come tale, può non coincidere con la realtà. Se un fatto appare impossibile, e ciò si può comprendere poiché di fronte ad eventi orrorifici la coscienza di ognuno istintivamente reagisce con la negazione, non è detto per ciò stesso che sia inesistente. Queste cose purtroppo accadono, e sono oggetto di un florido mercato di materiale pedopornografico, e questo è notorio, anche se l’on. Giovanardi trascura il dettaglio. Ma, a parte ciò, di fronte a persone che dopo venti anni conservano vividi nella memoria i ricordi degli abusi subiti, ed hanno già fatto le loro scelte, se è legittimo avere opinioni, andare invece a contestare loro che le cose che affermano non sono mai esistite, francamente mi sembra di una violenza inaudita e meglio sarebbe tacere. Forse l’On. Giovanardi non ricorda che gli zii e il nonno della ragazza (e dei suoi fratelli) sono stati condannati a pesanti pene, perciò la ragazza (e i suoi fratelli) sono in ogni caso vittime accertate di reati sessuali, e questo non va dimenticato. Quegli stessi zii, a seguito di assoluzione in altro processo incardinato per un diverso episodio di abuso, hanno citato in giudizio civile la nipote allora infraquattordicenne, alla quale evidentemente vogliono un gran bene, la psicologa e la Ausl, al fine di ottenere il risarcimento dei danni, ma la loro domanda è stata recentemente respinta, con puntuale motivazione sulla esclusione di ogni responsabilità in capo ai convenuti.

Il fatto poi che ci sia qualcuno che “continua a raccontare ai ragazzi di riti e uccisioni” è pura illazione, per non dire fantascienza. Per quanto riguarda il riferimento al P.M. Siciliano, che ebbe a riprendere il perito ginecologo, preciso che il fatto accadde in un diverso processo, che nulla c’entra con i casi della bassa modenese, e se anche in quel caso il perito avesse commesso errori, ciò non vuol certo dire che automaticamente abbia commesso errori in tutte le 400 perizie e oltre che ha fatto durante sua attività.

Visto che l’On. Giovanardi insiste molto sull’assoluzione dei genitori della ragazza ( e degli altri tre fratelli), riporto una parte delle motivazioni della sentenza della Cassazione n.2287/2014: a pag. 18 “la conclusione del costrutto argomentativo è che se è indubbio e giudizialmente accertato che i minori vennero abusati dagli zii, non vi è prova certa che analoghi abusi avvennero ad opera dei genitori. La Corte pone correttamente in campo la regola di giudizio dell’oltre il ragionevole dubbio e conclude che il dubbio esiste…..”.

Non sembra, a sommesso parere della scrivente, che sia una sentenza della quale per diversi aspetti si possa andare troppo orgogliosi, e l’On. Giovanardi si faccia una ragione del fatto che le vittime continueranno a gridare la loro verità, nonostante tutto e tutti., e, per favore, rispetti le loro scelte.

Annalisa Lucarelli

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

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COMUNICATO STAMPA N. 7 DEL 08/09/2019 

ROBADADONNE.IT

In relazione all’articolo pubblicato sul giornale on-line robadadonne.it, intitolato “Il dramma Italiano di quei bambini scomparsi, sottratti per sempre alle famiglie”, il COMITATO VOCI VERE – VITTIME DELLA BASSA MODENESE, precisa quanto segue :

  1. Il Titolo è inveritiero in quanto i 16 bambini di 20 anni fa non sono “scomparsi” e sono stati non “sottratti”, ma allontanati dalle famiglie di origine per aver subito abusi sessuali accertati con 14 sentenze definitive per pedofilia;

  2. Nel sottotitolo è inveritiero il termine “presunti abusi” in quanto, come detto al punto precedente, la vicenda si chiuse con l’accertamento degli abusi sessuali intrafamiliari che portò a 14 sentenze di condanna in via definitiva per pedofilia;

  3. La frase “16 bambini di età compresa fra 8 e 10 anni furono tolti alle famiglie da psicologi e assistenti sociali” è falsa in quanto non sono gli psicologi e assistenti sociali che possono prendere questi provvedimenti ma un decreto del Giudice, come in effetti è stato;

  4. La frase a proposito del caso Bibbiano “Non solo per la comunanza di presunti affidamenti illeciti” è falsa ; il nostro caso infatti non ha niente a che fare con Bibbiano, gli affidamenti sono stati fatti sulla base delle numerose prove processuali che hanno portato alla condanna di quasi tutti gli imputati e all’affidamento o all’adozione dei bambini in altre famiglie;

  5. La frase “il bambino parlerà di violenza sadomaso, di fotografie e filmini pornografici”. Queste dichiarazioni del bambino sono successive a quelle riguardanti accuse intrafamiliarie e sono state oggetto di un secondo processo, non del primo, che riguardò gli abusi in famiglia, e dove tutti gli imputati furono condannati in via definitiva. Per le violenze rituali non furono raccolte prove sufficienti, e infatti per quei reati gli imputati furono assolti. Non c’è tanto da stupirsi del fatto che non furono raccolte abbastanza prove, poiché è notorio che questi criminali nascondono assai bene tutte le tracce, e chi crede di trovare filmini o cadaveri in mezzo alla strada, scusate ma ci sembra alquanto ingenuo.

Per la mancanza di testimoni, ci sono fondati motivi per ritenere che all’epoca ci fosse stata una discreta omertà da parte della gente. La prova che i bambini dissero quelle cose è che ancora oggi, a distanza di 20 anni le ricordano e affermano che siano avvenute. Quanto allo svelamento progressivo, questo non è una tecnica; si è semplicemente osservato, con studi più che autorevoli, che il bambino abusato fa rivelazioni progressive, partendo sempre dagli episodi meno gravi. Non c’è nessun interrogatorio, nessuna forzatura, ma solo aiuto al minore a confidarsi con una persona che si pone di fronte a lui in modo empatico. Inoltre, ciò che viene affermato, sia pure riportato de relato da Tempi.it, non è supportato da alcuna base scientifica.

6. Preciso che se anche gli incontri con le psicologhe non furono registrati, i bambini reiterarono le loro dichiarazioni di fronte al giudice, anche in più di un incidente probatorio, e in sede di perizia psicodiagnostica, innanzi ai periti nominati da giudice.

7. La frase “Questo processo portò alla condanna di 6 persone……Francesca si suiciderà lasciando un biglietto “sono innocente” non è corretta in quanto ci fu anche la condanna dello Scotta padre presso il Tribunale di Bologna. Mentre sul suicidio di Francesca niente si può dire non essendoci stato il processo, e associare il suicidio all’innocenza tout court non è corretto. Non si può dire se la persona era innocente o colpevole. Perciò, dire “vittima innocente della calunnia umana” va proprio oltre il comune conoscibile.

8. La frase “il sindaco si chiama Giorgio e porta le scarpe con i tacchi” quale testimonianza di Dario ( nome di fantasia), è corretta. Da segnalare, perché nessuno lo dice, primo fra tutti Trincia, che in casa del prete furono ritrovati dagli inquirenti oltre alle scarpe con i tacchi, anche altri oggetti e prove di rilevante interesse.

9. La Sig. Spinardi menzionata da Tempi sarà successivamente assolta in appello;

10. “ Don Govoni dovette ammettere pubblicamente la propria impotenza causata dal diabete “: questo però non fu sufficiente pei giudici in quanto ritennero non provato che il prelato soffrisse di tale patologie negli anni precedenti in cui erano collocati gli abusi;

11. Non si può asserire che la morte di Don Govoni sia avvenuta per crepacuore, potrebbe essere stata anche per vergogna, chi lo può stabilire? Vale qui lo stesso discorso che per Francesca, cioè, non essendo arrivati al processo, le probabilità che sia stato innocente o colpevole sono al 50%. Ricordo che comunque, per il Don, ci fu pronuncia di estinzione del reato per morte del reo, che non è una pronuncia assolutoria.

A norma dell’art. 129 c.p.p. si potrebbe anche assolvere ex art. 530, ma solo se risulta evidente l’innocenza. Se qui il 129 non è stato applicato, significa che il prelato non era ritenuto del tutto innocente.

12. La frase “stando sempre ai racconti di una bambina che aveva già in passato avuto problemi psichici, i figli della coppia sarebbero stati ripetutamente seviziati dagli zii e dal nonno” è falsa e diffamatoria nei confronti della bambina perché questa non ha mai avuto problemi psichici, come fu accertato giudizialmente, e su questo punto vi invito ad informarvi ;

13. “ perizie successive stabilirono invece la verginità della bimba “; ciò è falso, poiché dalle perizie risultava indicatività di abuso;

14. “mentre Govoni sarà definitivamente scagionato nel 2001 e 2002” . Anche ciò è inveritiero. L’appello presentato dalla difesa con due istanze fu dichiarato inammissibile e pertanto fu confermata la sentenza di primo grado, del cui tenore si è detto sopra .

15. ”L’assoluzione definitiva arrivò nel dicembre 2014…” Lorena e Delfino furono assolti per “non aver commesso il fatto”, ovvero il fatto erano gli abusi sessuali sui loro 4 figli, accertati con sentenza definitiva di condanna degli zii e del nonno. Fra l’altro nella motivazione della sentenza si legge : “non vi è prova certa che abbiamo commesso abusi sui figli”. Quindi alcune prove c’erano.

16. Marta dice “Ho la certezza di aver inventato tutto” : si tralascia però che lo Scotta, che Marta aveva accusato da bambina, fu anche condannato a seguito di testimonianze di un altro bambino, che ora adulto, continua a confermare le accuse! Inoltre lo Scotta non fu condannato solo per gli abusi su Marta, ma anche per abusi sui suoi due figli.

17.“gran parte dei genitori hanno preferito non rientrare mai nella vita dei loro figli, per non sconvolgerla ancora una volta” : Anche questo non è vero. Intanto si parla solo di quelli non adottati, poi sono stati i figli stessi che da sempre, fino dal giorno dell’allontanamento, non hanno voluto rivedere i propri genitori naturali, diffidandoli dall’avvicinarsi. In realtà i genitori naturali hanno sempre tentato di introdursi nella vita dei propri figli causando indiscutibili problemi alle famigli affidatarie e quando erano bambini li hanno avvicinati in prossimità delle udienze dei processi per minacciarli e fargli pressione.

18. “ Proprio lei, assieme a mamma Daniela, durante l’incontro ” La rottura del silenzio” “. Da evidenziare che Sonia se voleva, poteva rientrare da sua madre molti anni prima, senza che nessuno glielo impedisse, e non aspettare il 2018.

19. Per quanto riguarda Sonia, che avrebbe dichiarato pubblicamente di essere stata condizionata dalle psicologhe, ma non ha mai accusato nessuno, lo stesso consulente delle difesa Scotta afferma che “ è altamente probabile che la ragazza abbia subito violenza sessuale”. La stessa ragazza è coinvolta dalle testimonianze di altri bambini secondo i quali era presente durante gli abusi sessuali intrafamiliari.

20. “Come è potuto accadere che venissero eseguiti arresti, processi e condanne senza prove…” . Questa affermazione è del tutto fantasiosa : le prove delle violenze sessuali intrafamiliari subite da tutti questi ragazzi hanno portato a 14 condanne definitive, e quindi c’erano !

21. Valeria Donati non era assistente sociale ma Psicologa ;assieme a lei operavano almeno altre 4 psicologhe. I racconti dei bambini non sono mai stati fatti alle psicologhe per prime, ma ad altre persone. In un caso addirittura le rivelazioni sono state raccolte da una neuropsichiatra facente parte di un altro servizio.

Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

Reggio Emilia, 08/09/2019

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COMUNICATO STAMPA N. 8 DEL 10/09/2019 

AL DIRETTORE DEL GIORNALE “LA VERITA”

Egr. Direttore,

mi riferisco all’articolo di Carlo Giovanardi comparso sul vostro giornale il 10/09/2019.

Leggendo quell’articolo non mi sono sorpreso, conoscendo le sue solite uscite sulla stampa e sui giornali e conoscendo bene la storia degli abusi intrafamiliari nella bassa modenese risalenti a più di 20 anni fa.

Ieri però ho appreso per caso una notizia risalente al gennaio 2014, quando Giovanardi era senatore della Repubblica, che mi ha fatto rabbrividire.

Durante la discussione sul Decreto Omofobia, quale modifica alla legge N. 654/75 e s.m.i., il Giovanardi presentò un emendamento con il quale voleva fosse previsto il divieto di condotte discriminatrici anche per i PEDOFILI, oltre che per le persone con diversi orientamenti sessuali, operando quindi una equiparazione tra queste diverse categorie e non tenendo conto che i PEDOFILI sono criminali perseguibili penalmente.

Questa presa di posizione così clamorosa e sconcertante fece molto scalpore all’interno del Senato e devo dire anche oggi fa pensare come sia possibile che un uomo politico possa avere il coraggio di difendere la PEDOFILIA.

Mi dispiace pertanto che sul vostro giornale siano accolti personaggi che difendono apertamente la PEDOFILIA e allo stesso tempo si battono con accanimento contro tutte quelle persone che invece la PEDOFILIA la subiscono a cominciare dalle vittime degli abusi, che nel caso specifico della bassa modenese sono stati accertati giudizialmente con 14 condanne definitive, e per le quali il Giovanardi, nell’articolo comparso sul vostro giornale, non ha fatto cenno.

Distinti saluti.

Ing. Giordano Bindi

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COMUNICATO N. 9 DEL 10/09/2019

LETTERA AL DIRETTORE DE “ LA VERITA’ "

Egregio Direttore,

rappresento il Comitato “VOCI VERE, Vittime della bassa modenese”, che si è da poco costituito, al fine di contrastare la campagna mediatica che si è innestata sull’inchiesta Veleno di Pablo Trincia. Il comitato è costituito dalle vittime e dai loro genitori affidatari e adottivi.

Leggo sul vostro quotidiano un articolo, a firma del Sig. Carlo Giovanardi, pubblicato il 10 settembre scorso.

Dopo una digressione sulla “caccia alle streghe”, ( che certamente non siamo noi a fare), utilizzata dall’autore col chiaro intento di negare ogni abuso, egli si sofferma sulle sue ormai consuete argomentazioni per demolire sia quelli che furono gli esiti giudiziari, sia la credibilità di coloro che, minori all’epoca dei fatti, testimoniarono nei processi e ancora oggi coerentemente riaffermano la loro verità.

Francamente non si comprende tutto questo insistente interesse che il Sig. Giovanardi ha sempre manifestato in particolare nei confronti dei fratelli Covezzi, quando nella vicenda furono coinvolti ben 16 minori e i giudizi esitarono in 14 condanne definitive per abusi intrafamiliari e qualche assoluzione.

Nel merito, le citazioni che l’autore riporta della sentenza della Cassazione relativa ai Covezzi, sono in realtà contenute nella sentenza d’appello, di cui la Cassazione riassume e riferisce il contenuto.

Al contrario il dato importante da rilevare in questa sentenza è quello contenuto nella sua motivazione dove a pag. 18 si legge “la conclusione del costrutto argomentativo è che se è indubbio e giudizialmente accertato che i minori vennero abusati dagli zii, non vi è prova certa che analoghi abusi avvennero ad opera dei genitori. La Corte pone correttamente in campo la regola di giudizio dell’oltre il ragionevole dubbio e conclude che il dubbio esiste…..”.

Non sembra, a sommesso parere della scrivente, che sia una sentenza della quale mamma Lorena Covezzi possa andare troppo orgogliosa, e ricordo altresì che con decreto del T.M. venne tolta la potestà ai coniugi Covezzi. Come il Sig. Giovanardi sa, il T.M. può adottare tali provvedimenti prescindendo dagli esiti giudiziari, sulla base di una rilevata mancata tutela del minore. Evidentemente il T.M. si sarà chiesto dove erano i genitori quando i figli venivano abusati dal nonno e dagli zii ( condannati in via definitiva), e forse anche il Sig. Giovanardi se lo dovrebbe chiedere. Tra l’altro, la Corte di Strasburgo respinse i ricorsi contro i decreti del T.M. stabilendo che non vi era stata alcuna violazione di diritti.

Quegli stessi zii, a seguito di assoluzione in altro processo incardinato per un diverso episodio di abuso, hanno citato in giudizio civile la nipote allora infraquattordicenne, alla quale evidentemente vogliono un gran bene, la psicologa e la Ausl, al fine di ottenere il risarcimento dei danni, ma la loro domanda è stata recentemente respinta, con puntuale motivazione sulla esclusione di ogni responsabilità in capo ai convenuti.

Per quanto riguarda gli esiti medico legali, di cui l’autore con pessimo gusto non risparmia i particolari più personali, ricordo al Sig. Giovanardi che all’epoca vi furono vedute differenti, ma alla fine tutti i periti concordarono per una indicatività di abusi (cioè più che probabili), e ciò non mi sembra certo un dato su cui glissare.

Le osservazioni che vengono poi fatte sull’operato dei medici in altri altri casi che nulla hanno a che vedere con il caso della bassa modenese e i riferimenti, altrettanto inconferenti, al caso di Rignano Flaminio, a Bibbiano e al centro Hansel e Gretel, ricalcano l’attuale tendenza a fare di tutto un bel minestrone, in modo da presentare i fatti in modo confusivo e disorientante, e sono sinceramente incommentabili.

Da ultimo (ma non per ultimo) confermo che l’insistente riferimento ai “falsi ricordi”, sul quale l’autore ha una personalissima teoria, è di una violenza inaudita nei confronti delle vittime, e invito il Sig. Giovanardi a farsi una ragione del fatto che esse ancora oggi testimoniano la loro sofferenza e la loro coerenza. E per favore, dopo venti anni le lasci alfine in pace e le rispetti. 

Annalisa Lucarelli (Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, Vittime della bassa modenese)

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COMUNICATO N. 10 DEL 17/09/2019

LETTERA AL DIRETTORE DE “ LA VERITA’ "

Egr. Direttore,

mi riferisco al suo articolo comparso sul vostro giornale il 17/09/2019 con il titolo “Arriva in edicola il libro sui ladri di bambini”.

Chi le scrive è un genitore adottivo di una bambina che faceva parte dei 16 ragazzi della Bassa Modenese, riconosciuti vittime di abusi sessuali da parte dei Tribunali con 14 condanne definitive risalenti a circa 20 anni fa ; faccio parte del Comitato VOCI VERE – VITTIME DELLA BASSA MODENESE, composto da 20 genitori adottivi/affidatari e 7 vittime degli abusi intrafamiliari.

Leggendo quell’articolo non mi sono sorpreso, conoscendo le sue posizioni sull’argomento ma al contempo devo segnalare delle gravi inesattezze che riporto puntualmente:

  1. “padri e madri accusati di abusi sessuali sui propri figli” “cattolicissimi genitori sospettati di essere predatori sessuali” . DIRETTORE, QUI NON SI TRATTA DI ACCUSE MA DI 14 SENTENZE DEFINITIVE CHE HANNO CONDANNATO 12 PERSONE ;

  2. “messe nere e riti satanici” . Le testimonianze su questi fatti non furono ritenute sufficienti e pertanto non ci furono condanne ma questo non toglie che il crimine di PEDOFILIA sia stato compiuto come evidenziato dalle sentenze. Molte persone e giornali come il suo vogliono invece far credere il contrario e questo è sbagliato;

  3. ”Una delle mamme, per vedersi portato via anche il figlio che aveva in grembo, fu costretta a fuggire all’estero”. Quanto da lei asserito è corretto e il motivo della fuga fu che il quinto figlio in arrivo sarebbe stato sicuramente tolto vista la situazione riscontrata negli altri 4 figli, tutti riconosciuti dal Tribunale abusati sessualmente (4 su 4 ) : una mamma veramente attenta ai propri figli. Tengo a precisare a tal proposito che anche dopo l’assoluzione la Lorena Morselli non riacquistò la patria potestà come stabilito dal TM;

  4. “a quei papà e a quelle madri ingiustamente incolpati” DIRETTORE , SE NON SI ACCETTANO LE SENTENZE SALTA L’ORDINE DEMOCRATICO, TUTTI POSSONO CONTESTARE QUALSIASI COSA;

  5. ”un vero e proprio lavaggio del cervello” Questa affermazione, che credo si riferisca ai servizi sociali, è una di quelle affermazioni facenti parte della propaganda ideologica che non si fonda su alcuna evidenza;

  6. “ma gli assistenti sociali che portavano via a genitori innocenti i propri figli” DIRETTORE, NON SCRIVA INESATTEZZE, i servizi sociali non possono fare questo, solo i Tribunali hanno il potere di disporre l’allontanamento e poi “innocenti” come fa a saperlo.

Ing. Giordano Bindi

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COMUNICATO STAMPA N. 11 DEL 04/10/2019

In relazione alla trasmissione LE IENE del 03/10/2019 intitolata “FIN DOVE ARRIVANO I TENTACOLI DI BIBBIANO?” il COMITATO VOCI VERE – VITTIME DELLA BASSA

MODENESE, costituito da 20 genitori affidatari/adottivi e 7 ex ragazzi vittime degli abusi intrafamiliari verificatisi circa 20 anni fa, precisa quanto segue :

  1. le affermazioni del conduttore della trasmissione, secondo il quale nella vicenda della bassa modenese ci sarebbero state solo persone “accusate di pedofilia” sono false. I vari Tribunali che hanno seguito la vicenda hanno emesso un totale di 14 condanne definitive per abusi sessuali intrafamiliari contro 16 bambini;

  2. Le affermazioni dell’Avv. Micai, intervistata dal conduttore della trasmissione, in merito alle “tante assoluzioni” non sono esatte: si tende a ignorare come ormai è tendenza corrente che vi furono le 14 condanne definitive di cui sopra per pedofilia, in numero ben superiore alle assoluzioni, peraltro rese in alcuni casi “per non aver commesso il fatto”;

  3. Le affermazioni dell’Avv. Micai in merito alle presunte “manipolazioni mentali” che avrebbero subito i bambini sono solo una sua opinione personale non avvallata da nessuna evidenza processuale, né tantomeno scientifica;

  4. Le indagini condotte dai giornalisti Trincia e Rafanelli, a cui la trasmissione fa riferimento per il libro Veleno, sono state condotte in modo irrispettoso nei confronti dei ragazzi vittime degli abusi, che avrebbero avuto diritto all’oblio e non ad essere di nuovo vittimizzati;

  5. Il Comitato VOCI VERE, con i suoi aderenti e simpatizzanti, che sono molti e sempre in aumento, segnala come sui social, TV e giornali, si susseguono contenuti inveritieri e fuorvianti, come nel presente caso, dovuti ad una mancanza di corretta informazione sulle vicende giudiziarie e su opinioni che vengono elevate a verità assolute;

  6. Il lavoro di Trincia è opinabile, sotto diversi aspetti, ed è questo che sostiene il Comitato: egli esprime quelle che sono sue opinioni, e secondo il Comitato, la sua non è un’inchiesta. La ricostruzione dei fatti, che egli basa su testimonianze di parte, è ben diversa da quella effettuata nei processi, alla presenza di tutte le parti in causa. E’ stata così data al pubblico una versione parziale della vicenda, che, ripetuta in modo ossessivo dai media, viene fatta passare per verità, a cui la gente è spinta a credere;

  7. Un’ultima notazione riguardo al caso delle due bambine che è stato trattato in trasmissione; non entrando nel merito, poiché si tratta di una vicenda a noi estranea, si rileva soltanto che anche qui, come nel caso dell’ormai noto Federico Scotta, una persona che è stata condannata per reati gravissimi, viene presentata come innocente, sulla base delle sole sue dichiarazioni, ovviamente parziali e senza fare una ricostruzione dei fatti che rappresenti l’iter processuale che ha portato alla condanna;

  8. Il Comitato VOCI VERE è disponibile a fornire alla trasmissione LE IENE tutte le informazioni corrette sulla vicenda in modo da evitare che il pubblico si faccia opinioni sbagliate.

Il presente COMUNICATO STAMPA viene inviato alla trasmissione LE IENE e ai giornali/TV locali e nazionali e pubblicato sui social.

Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

Reggio Emilia, 04/10/2019

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COMUNICATO STAMPA N. 12 DEL 07/10/2019

TVQUI E RESTO DEL CARLINO

In relazione al servizio di tvqui del 05/10/19 e all’articolo del Resto del Carlino del 05/10/19 intitolati rispettivamente “Veleno e Bibbiano, l’appello di Lorena Covezzi : la politica pretenda verità” e “Bibbiano e Bassa : due vicende collegate”, il COMITATO VOCI VERE VITTIME DELLA BASSA MODENESE, costituito da 20 genitori affidatari/adottivi e 7 ex ragazzi vittime degli abusi intrafamiliari verificatisi circa 20 anni fa, precisa quanto segue :

       TVQUI

1. L’affermazione di Lorena Covezzi : “ bambini costretti a ricordare abusi che non avevano mai subito”, è assolutamente falsa e priva di qualsiasi evidenza processuale come testimoniato dalle 14 condanne definitive per abusi sessuali intrafamiliari contro i 16 bambini. La Sig.ra Lorena Covezzi continua con la sua azione di denigrazione e offesa nei confronti dei bambini di allora e degli uomini e donne trentenni di oggi. Il Comitato VOCI VERE diffida la Sig.ra Lorena Covezzi nel perseguire questa opera di discredito e di mancanza di rispetto verso persone che avrebbero il diritto all’oblio;

2. L’affermazione “ fatti riscontrati oggi nell’inchiesta angeli e demoni, così come 20 anni fa”. Si chiede a tvqui quali siano quei fatti riscontrati, perché non esiste nessun collegamento dimostrato fra le due vicende, come invece si vuol far credere, pertanto resta una mera opinione;

3. L’affermazione “dello scempio che a partire dalla fine degli anni 90 nella bassa modenese ha sottratto una ventina di minori dai loro genitori” è completamente falsa in quanto i ragazzi furono “sottratti” con prove evidenti che i tribunali nelle 14 sentenze definitive hanno accertato, quindi gli allontanamenti furono giusti;

4. L’affermazione “E oggi le vittime di allora chiedono giustizia” è completamente capovolta rispetto alla realtà dei fatti, le vittime in questa vicenda sono i 16 bambini cheallora furono riconosciute vittime, compresi i 4 figli della Sig.ra Lorena Covezzi che, da buona madre di famiglia, non si era accorta che tutti e 4 i suoi figli venivano abusati sotto i suoi occhi da zii e nonno. E’ per questo motivo che il Tribunale, pur avendola assolta per non aver commesso il fatto, decretò che fosse mantenuta l’esclusione della patria potestà. Pertanto il fatto degli abusi sui suoi figli è stato accertato processualmente.

A fare giustizia poi ci ha pensato la famiglia di Lorena, quando la madre di lei e i suoi due fratelli (anche per conto del padre deceduto), citarono in giudizio civile, per risarcimento danni, la figlia maggiore di Lorena, la psicologa e la ASL. La sentenza di primo grado del maggio 2019 ha rigettato il ricorso specificando nelle motivazioni che il comportamento della psicologa fu corretto, contrariamente a quanto affermato dalla Sig.ra Lorena Covezzi;

5. L’affermazione “Lorena Covezzi fu totalmente assolta” è vera con le precisazioni fatte al punto precedente e anzi, leggendo la motivazione della sentenza, si scopre che all’assoluzione si arrivò perché le prove a carico della Lorena Covezzi, pur presenti, furono ritenute non sufficienti per una condanna; pertanto, un caso evidente di accuse non provate, non di false accuse;

6. L’affermazione di Lorena Covezzi “chi ha sbagliato è giusto che pagi” è presente solo nella sua mente ma non esiste nella realtà, non c’è nessuna nuova prova che possa portare a dire tale cosa; trattasi del solito comportamento di mistificazione della realtà per raggiungere il proprio scopo;

7. L’affermazione di Lorena Covezzi “ ai figli rivolge un saluto commosso” è tipica del suo comportamento irrispettoso proprio verso i sui figli di un tempo : i figli con questo comunicato ribadiscono ancora una volta quanto hanno sempre detto, recentemente in anche in televisione e con comunicati sui social, di non voler avere niente a che fare con la loro ex madre, ritenuta la causa delle loro sofferenze. Se i figli avessero voluto “riabbracciarla” avrebbero potuto farlo dopo la loro maggiore età, cosa che invece non hanno mai fatto. Pertanto la Sig.ra Lorena Covezzi deve smetterla di offendere i ragazzi con i soliti discorsi propagandistici che denotano solo interesse personale nella vicenda e mai attenzione alle sofferenze dei ragazzi;

     RESTO DEL CARLINO

1. L’affermazione di Lorena Covezzi “Uno dei miei figli sosteneva di aver ucciso …..Dopo 20 anni ancora lo pensa, questo vuol dire che la manipolazione è andata avanti”, è la solita filastrocca che vuole maliziosamente distogliere l’attenzione sugli abusi accaduti in famiglia, la vicenda infatti, come più volte ribadito, si concluse con 14 condanne definitive per abusi sessuali intrafamiliari contro i 16 bambini.

Il fatto poi che la manipolazione va avanti è un’affermazione che ha del ridicolo, vorrebbe dire che 16 uomini e donne di trent’anni ( in realtà ora 14 ) sarebbero ancora “manipolati” dalle psicologhe di un tempo : una affermazione che fa ridere i polli solo ad ascoltarla noi, figuriamoci raccontarla davanti ad un eventuale giudice;

2. Il giornale riporta le parole della Sig.ra Lorena Covezzi che fa “appello alle istituzioni affinché la giustizia percorra una strada”, ma evidentemente la Sig.ra non conosce le funzioni della politica e della magistratura in un regime democratico, dato che sembra volere che la politica condizioni la magistratura, il che è fuori da ogni regola;

3. Il Comitato VOCI VERE ha da tempo denunciato come sulla vicenda della Bassa Modenese siano in corso strumentalizzazioni politiche. Questa iniziativa della Sig.ra Lorena Covezzi conferma quanto da noi sempre affermato, cioè che si sta eseguendo una operazione di sfruttamento della vicenda sulla pelle di questi ragazzi.

Il presente COMUNICATO STAMPA viene inviato a tvqui, al Resto del Carlino e ai giornali/TV locali e nazionali e pubblicato sui social.

Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

Reggio Emilia, 07/10/2019

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COMUNICATO STAMPA N. 13 DEL  08/10/2019
COMMENTO ALL’AUDIZIONE DI PABLO TRINCIA IN COMMISSIONE SPECIALE D’INCHIESTA MINORI (REGIONE EMILIA ROMAGNA)

In commissione d’inchiesta qualcuno disse, non senza una certa enfasi, che l’audizione del comitato Voci Vere era inutile e che non avrebbe apportato alcun contributo alle indagini che si intendevano svolgere. L’altro ieri è stato audito il Sig.Pablo Trincia, sul seguente argomento: valutazioni in merito ai casi di affido descritte nell’inchiesta Veleno; punti di contatto con l’indagine in Val d’Enza ; caratteristiche dell’affido in regione E.R che emergono dalla suddetta inchiesta. Ci chiediamo quale possa essere stato l’apporto del Sig. Trincia sugli argomenti proposti se non quello di pubblicizzare ancora la sua tesi ormai nota, cioè che il caso della bassa sfociò in un clamoroso errore giudiziario, sulla base di testimonianze di bambini non veritiere, anzi indotte dalle psicologhe. Pensiamo che almeno il comitato ha portato la propria diretta esperienza sull’affido e sul funzionamento dei servizi nel periodo in cui si sviluppò la vicenda, oltre che la propria diretta conoscenza dei fatti processuali, il che non è poco.

Pablo Trincia si è soffermato sull’ideologia che secondo lui avrebbe permeato parte della psicologia. Non è chiaro di quale ideologia si tratti né quali siano secondo lui le “persone competenti” che dicono che è possibile indurre falsi ricordi, né quali siano i “metodi scientifici” da usare per l’ascolto dei bambini. A parte la Loftus e la Mazzoni, non sembra che Pablo Trincia abbia ampliato ulteriormente i suoi orizzonti scientifici. A un certo punto, a una domanda sulla Malacrea, sempre a proposito dell’induzione di falsi ricordi, sembra non conoscerla affatto. Se il suo lavoro, come afferma, voleva essere un’inchiesta, pensiamo che almeno poteva leggere anche altre opinioni sull’argomento. A proposito del libro di Don Rovatti, citato da Pablo Trincia, si mette in evidenza che tale libro, a seguito di denuncia, fu ritirato dall’editore dal commercio, per evitarne il sequestro. E’ singolare che un’inchiesta giornalistica   citi tra le sue fonti un libro che ha subito tale sorte.

A proposito della convenzione Asl/Cab del 2002, è necessario chiarire che la somma citata per le spese di cura psicologiche (euro 2.209.400,00), è una cifra che va suddivisa in circa 15 anni di attività per 18 minori, che avevano necessità di interventi con frequenza valutata in base a progetti personalizzati ( 2,3 incontri settimanali o anche più). Facendo una media, il costo delle cure era di circa 681,91 euro mensili per ognuno. Dai 18 ai 21 anni era prevista la possibilità di continuare il sostegno. Come si vede, non sono certo cifre scandalose. Del resto, il Sig. Trincia sa quanto può costare alla società una persona che nell’infanzia ha subito traumi di questo tipo e non è stata curata? Ci sono ricerche in proposito, la spesa è di gran lunga superiore per patologie di vario tipo che possono insorgere.

Si precisa inoltre che con la delega al Cab di occuparsi del sostegno dei minori, la Asl non si spogliò affatto della funzione di controllo, che fu sempre esercitata nei confronti dell’ente privato. Perciò, non risulta vero quello che afferma il Sig. Trincia, che cioè una volta “passate le consegne” al Cab, la Asl non era più informata di nulla.

A proposito delle sentenze definitive di condanna, alla domanda del perchè l’autore non ne avesse parlato, il giornalista risponde che invece ne ha parlato. Precisiamo che è vero che ne ha fatto menzione, ma giusto per affermare che per lui erano tutte un evidente errore giudiziario, di cui le povere famiglie erano le vittime. Non si è certamente soffermato sulle testimonianze dei bambini né sul relativo esame di validazione da parte dei periti, svoltosi in contraddittorio tra le parti, lasciando molto nel vago questi aspetti. Se lo avesse fatto, il lavoro giornalistico avrebbe preso sicuramente un’altra piega. Il Sig. Trincia giustifica inoltre il fatto di non aver parlato degli abusi intrafamiliari nel dettaglio per non apparire “morboso”. E allora, quando si dilunga sui cimiteri, sui bambini uccisi ecc., non gli sembra di essere altrettanto morboso ? Se ha sorvolato sui particolari sessuali per una questione di “gusto”, come lui dice, per la stessa ragione era meglio non andare sui particolari delle rivelazioni concernenti gli abusi rituali. Certamente, ciò sarebbe andato a scapito della sua tesi, che vuole affermare che se i piccoli non erano attendibili per i racconti relativi ai riti, non lo erano neanche per gli abusi familiari. Per questo si è data maggior enfasi a quella parte della storia, in spregio al buon gusto e in onore alla morbosità.

Ugualmente Pablo Trincia ha glissato sui provvedimenti del TM. Alla domanda se conoscesse la relazione del Dott. Zucchini, incaricato dal TM di esaminare l’operato delle psicologhe, ha risposto che non la conosceva, ma che comunque, secondo lui, era una perizia di parte. Ha citato invece il Giudice Stanzani, sempre del TM, che aveva fatto alcune domande alla psicologa per chiarimenti su un allontanamento, da cui il giornalista prende spunto per avvalorare, a sproposito, alcuni suoi assunti. Allora, in questo caso il Dott. Stanzani evidentemente non è più di parte! Si evince chiaramente che il sig. Trincia non conosce affatto i provvedimenti del TM sugli allontanamenti, o forse, dopo aver visto le perizie disposte dal TM in contraddittorio tra le parti per verificare la capacità genitoriale che sfociarono in esiti negativi per quelle famiglie, ha preferito non prenderli in considerazione.

Il Sig. Trincia dice che si è posto delle domande quando alcuni degli ex bambini hanno “ritrattato”. Anche noi ci poniamo delle domande, pur non entrando nel merito. Diciamo solo che è strano che l’autore ritenga non credibili i bambini quando testimoniano, ed anche quando confermano da adulti le loro deposizioni, mentre li ritiene del tutto credibili quando ritrattano, sempre che di ritrattazione vera e propria si parli. Diciamo solo che c’è ampia letteratura scientifica sull’interpretazione delle “ritrattazioni”, anche a distanza di anni, delle vittime di reati sessuali, della quale il Sig. Trincia dovrebbe almeno farsi una vaga idea. Quanto al citato Cristopher, che Pablo Trincia annovera tra i “ritrattanti”, sfatiamo anche questo mito: nel 2000, quando fu celebrato il secondo processo, il ragazzo aveva 13 anni. Nel 1998 era stata sospesa la potestà genitoriale , di cui non si conoscono i motivi, non essendo il decreto tra gli atti. Il ragazzo non accusò mai i genitori, anzi manifestava il desiderio di stare con loro e si preoccupava della loro sorte. Sentito in audizione protetta, il bambino fece alcune generiche dichiarazioni, su persone che i genitori avrebbero conosciuto che facevano del male ai bambini. Tale testimonianza fu ritenuta non chiara, per cui non apportò alcun elemento nel processo. Pertanto, non si capisce di quale “ritrattazione” parli l’autore, se il bambino all’epoca non disse quasi nulla e non accusò nessuno. Come la citata Selena, che non ha mai accusato nessuno, perciò anche lei non ha nulla da “ritrattare”. A proposito di questa ragazza, si afferma ormai da tempo che non abbia visto la madre per venti anni: risulta dagli atti che ciò non è vero. Come da provvedimento del TM, fino ai 18 anni di età ha sempre incontrato periodicamente la madre e, alla maggiore età, quando aveva la possibilità di tornare con lei, non lo volle fare.

Ci sono poi stati i riferimenti consueti alle assoluzioni, riconoscendo che in alcuni casi furono rese per non aver commesso il fatto. Il giornalista tuttavia si intreccia quando parla dei fratelli Morselli (uno dei quali aveva scatenato la disperazione di un consigliere durante la nostra audizione perché ,poverino ,aveva fatto 9 anni di galera, secondo lui a caso). Questi fratelli con il padre furono imputati in due processi: in uno furono condannati, nell’altro assolti, ma forse il Sig,. Trincia non ha bene messo a fuoco che si trattava di episodi di violenza commessi sì sulla stessa persona, ma diversi per tempi, luoghi e modalità. In uno fu raggiunta la prova e ci fu la condanna, nell’altro non fu raggiunta e ci fu l’assoluzione, ma non è stato dimostrato che la teste avesse detto il falso. Non è difficile da capire, ci sembra. Anzi, quando a seguito dell’assoluzione, i fratelli hanno fatto causa alla ragazza per ottenere il risarcimento, la loro domanda è stata respinta, proprio perché era rimasto indimostrata la calunnia.

Altra inesattezza è quella relativa al fatto che gli allontanamenti furono disposti dopo le rivelazioni sui cimiteri, pertanto, se le relative accuse sono cadute, gli allontanamenti erano illegittimi. Subito dopo il giornalista si corregge parlando di soli due casi in cui ciò sarebbe avvenuto.   Trascura però il fatto che in uno di questi casi le risultanze medico legali erano inequivocabili ( e riconosciute anche dal perito della difesa) nell’altro i bambini, coinvolti per reati commessi da altri parenti, accusarono subito dopo anche i genitori.

Il Sig. Trincia, a proposito delle perizie mediche, dice espressamente che avrebbe creduto all’abuso solo in presenza di segni conclamati e ben visibili, viene da dire in altre parole solo se il bambino viene portato al pronto soccorso. A parte il fatto che questo denota una erronea conoscenza della materia, ed una totale ignoranza di quello che può comportare l’abuso su minori c.d. “cronico” , che può non lasciare segni visibili, c’è da dire che il collegio peritale agì in contraddittorio con i periti della difesa e congiuntamente a questi, stabilì i criteri di graduazione per il riconoscimento dell’abuso (normalità, segni aspecifici, sospetti, indicativi, specifici) . Si arrivò alla fine ad una sostanziale conferma degli esiti delle perizia Maggioni, sull’indicatività di abuso per 4 bambini su sei considerati (gli altri due , uno normale e uno sospetto). Forse il Sig. Trincia non ha ben chiari i concetti di indicatività e sospetto; comunque, per dargli materia in cui credere, ci fu anche un caso di pronto soccorso, ampiamente esaminato in giudizio. Inoltre, in alcuni casi i periti di parte avevano concordato in linea di massima sui segni riscontrati dalla Maggioni. Curioso l’episodio, che poi si tentò di giustificare in altro modo, del malore che colse una consulente della difesa nel visionare i reperti fotografici della figlia di un imputato.

A proposito delle perizie psico diagnostiche disposte dal Gip , dice che furono effettuate da alcune psicologhe del centro Hansel e Gretel. Si precisa che alcune di queste perizie furono compiute da altre psicologhe, come quella relativa al primo bambino; in questa, vi fu concordanza sull’attendibilità del teste con il perito della difesa, particolare che non viene citato. A sentir lui, sembra che nel processo non vi sia stato contraddittorio, e tantomeno opinioni concordi anche se non totalmente, dei periti delle difese. Altra cosa, quando dice che le psicologhe nominate dal Gip avallarono i sospetti delle psicologhe della Asl, anche qui si vuol far credere che queste perizie vengano disposte per “indagare” sui fatti, e non, come effettivamente è, per verificare l’attendibilità del teste. Si tralascia sempre il fatto che i bambini furono sentiti prima ancora che dal Gip, anche dal PM e in quella sede confermarono i racconti.

Il giornalista si sofferma ampiamente, come è suo solito, sulle presunte analogie con altri casi tipo Rignano Flaminio, l’asilo Sorelli, il caso Mac Martin, Biella e chi più ne ha più ne metta, allo scopo di creare solo confusione. La sua è un’analisi superficiale , butta lì delle storie che meriterebbero un’ approfondimento più serio. E poi, sempre con la solita solfa che i bambini sono manipolabili e che ciò sarebbe stato dimostrato scientificamente. E’ tipico di questo modo di ragionare l’uso frasi ad effetto , tipo spot pubblicitario, di forte impatto emotivo in chi ascolta, ma senza sostanza.

Ultima perla, l’affermazione che molti luminari psicologi ritengono che gli affidatari non dovrebbero raccogliere dichiarazioni dal bambino, e tantomeno aiutarlo ad esprimersi, poiché potrebbero fare domande suggestive.

Infine, non si comprende come mai il Sig. Trincia non perda occasione per tacciare di inesperienza e incompetenza le psicologhe che si occuparono dei bambini, prima nella Asl, poi nel Cab, ed allo stesso tempo le giudichi ben capaci di suggestionare ben 15 bambini su 16 a dire tutti le stesse cose, e addirittura ad indurre in loro ”falsi ricordi” che permangono tuttora. Ce lo può spiegare, possibilmente in modo “scientifico”?

Il Comitato VOCI VERE – VITTIME DELLA BASSA MODENESE

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COMUNICATO STAMPA N. 14 DEL 09/10/2019

Il COMITATO VOCI VERE VITTIME DELLA BASSA MODENESE informa che ieri

08/10/2019 ha partecipato all’audizione presso la Commissione Regionale speciale di Inchiesta della Regione Emilia Romagna sul sistema di tutela dei minori.

Si allega la memoria depositata agli atti della Commissione.

Il presente COMUNICATO STAMPA viene inviato ai giornali/TV locali e nazionali e pubblicato sui social.

Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

Reggio Emilia, 09/10/2019

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COMUNICATO STAMPA N. 15 DEL 11/10/2019

LETTERA AL DIRETTORE DI MODENA TODAY

In relazione all’articolo comparso su Modana Today on-line riguardo all’audizione del Comitato VOCI VERE VITTIME DELLA BASSA MODENESE dinanzi alla Commissione Regionale d’inchiesta si chiede di rettificare l’affermazione riguardante la presunta psicoterapia svolta dal del Centro Hansel&Gretel. In realtà nell’audizione le Rappresentanti del Comitato VOCI VERE hanno detto che “alcuni psicologi del Centro Hansel&Gretel furono nominati periti dal Tribunale” pertanto non hanno mai svolto attività di psicoterapia di sostegno ai ragazzi.

Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”                              

Reggio Emilia, 11/10/2019

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COMUNICATO STAMPA N. 16 DEL 14/10/2019

LETTERA AL DIRETTORE DI TVCM

In relazione al servizio televisivo mandato in onda nel TG del 10/10/19, riguardante il processo di revisione di Federico Scotta, si smentisce quanto dichiarato dalla conduttrice riguardo al numero delle condanne e delle assoluzioni, in realtà vi furono 14 condanne definitive per abusi intrafamiliari e 7 assoluzioni sempre per abusi intrafamiliari, di cui 5 per non aver commesso il fatto e due perché il fatto non sussiste (di queste ultime uno non era imputata per reati sessuali).

Pertanto, il dato di 15 condanne e 24 assoluzioni non è esatto.

Si vuole inoltre osservare che l’Avv. Micai, nella intervista a voi rilasciata, dichiara genericamente che i ragazzi allora vittime, oggi trentenni avrebbero “nuovi ricordi” rispetto al passato e avrebbero detto ciò in alcune interviste. Il fatto non risulta e riteniamo che il legale del Sig. Scotta dovrebbe astenersi dall’attribuire parole mai dette a persone che nulla hanno a che fare con l’attività di difesa del suo assistito.

Si allega il comunicato stampa relativo alla costituzione del Comitato VOCI VERE. Avv. Annalisa Lucarelli

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”                             

Reggio Emilia, 14/10/2019

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COMUNICATO STAMPA N. 17 DEL 24/10/2019

LETTERA AL DIRETTORE DI PIAZZA VERDI

In relazione all’articolo comparso sul vostro mensile PIAZZA VERDI di ottobre 2019 su Don Giorgio Govoni, il Comitato VOCI VERE – VITTIME DELLA BASSA MODENESE, costituito da 20 genitori affidatari/adottivi e 7 ex ragazzi vittime degli abusi intrafamiliari verificatisi circa 20 anni fa, precisa quanto segue :

  1. Il fatto che Don Giorgio Govoni, in qualità di camionista dotato di “un grosso autotreno” durante la campagna saccarifera “non facesse trapelare la sua condizione di prete” non è una nota di merito ma di demerito. Chi sceglie la vita consacrata non tiene nascosta la sua vocazione, soprattutto in quel contesto riportato nell’articolo, dove erano presenti “liti, ingiurie e storie scurrili”. Chi racconta nell’articolo confessa che non aveva riconosciuto in lui un sacerdote, e questo è tutto dire.

  2. Il fatto che Don Giorgio Govoni “sacrificava i propri impegni ecclesiali” per allievare il lavoro del padre, anche questa, non è certo una nota di merito, anzi conferma la sua attitudine ad essere più attento ai propri interessi economici che alle anime a lui affidate.

  3. Chi scrive “la vicenda in se non poteva essere che partorita da una mente malata o delinquenziale” non sa che la vicenda appunto, si concluse con 14 condanne definitive per abusi sessuali intrafamiliari , ovvero PEDOFILIA, e che nell’abitazione del Don Giorgio Govoni furono ritrovati tanti di quegli elementi che avrebbero portato quasi certamente il sacerdote alla condanna per abusi sessuali e riti satanici (basta leggere i verbali degli inquirenti che fecero i sopralluoghi). Pertanto la mente malata è da attribuire a chi ha commesso quei crimini, e non alle vittime, ovvero i nostri ragazzi.

  4. Gli atti di PEDOFILIA possono accadere in qualsiasi ambiente, compresi quelli “casarecci e nostrani”.

  5. Chi non rispetta le sentenze definitive della Magistratura è fuori dall’ordine democratico, e in ogni caso a onor del vero il Don Giorgio Govoni non fu ne condannato ne assolto, essendo sopravvenuta la morte del reo.

  6. Il fatto che Don Giorgio Govoni sia morto per crepacuore è una opinione, come quella secondo cui possa essere morto di vergogna. Su questo non esistono certezze.

  7. Il riferimento all’ ”Assistente Sociale” che avrebbe imbastito questa tragica vicenda è un’affermazione che dimostra non conoscenza dei fatti. Per capire cosa sia accaduto bisogna leggere le sentenze e i verbali di questa causa, si scopriranno finalmente come si sono andate le cose, contrariamente a quanto viene propinato all’opinione pubblica, soprattutto quella che abita nei territori dove il sacerdote ha vissuto.

  8. Il riferimento alla vicenda di Bibbiano è completamente fuori luogo, non esiste nessun collegamento fra i fatti di 20 anni fa della Bassa Modenese e Bibbiano 2019 : chi ha fatto questa azione è mosso dall’intento di fare un polverone mediatico finalizzato alla strumentazione politica ed ideologica. Il Comitato VOCI VERE si batte per informare la popolazione delle falsità dette su questa vicenda e riportare il dibattito sui binari della verità.

  9. Se c’e’ una parte politica che ha strumentalizzato questa vicenda sappiamo benissimo quale è . Come Comitato VOCI VERE – VITTIME DELLA BASSA MODENESE, siamo indignati che certa politica abbia sfruttato, e continui a farlo, le sofferenze dei bambini abusati, facendo nomi e cognomi, per i propri interessi personali e politici. La verità sta emergendo piano piano, insieme allo sgonfiamento della bolla mediatica strumentale, noi siamo in prima linea in questa battaglia.

Nel richiedere la pubblicazione di questo comunicato si allegano alcuni comunicati stampa relativi al Comitato VOCI VERE inviati alla stampa, tv e web.

Avv. Annalisa Lucarelli

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE” 

Reggio Emilia, 24/10/2019

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COMUNICATO STAMPA N. 18 DEL 27/10/2019

NON E' L'ARENA

In merito   alla   partecipazione   della   Sig.ra   Roberta   Barelli   alla   trasmissione “NON È L’ARENA” del 27/10/2019 durante la quale la stessa ha affermato che i due figli furono allontanati perché aveva non meglio precisati problemi in casa, dagli atti giudiziari emerge che: nel luglio 1997 i due bambini, la più grande di 5 anni, furono trovati dalla Polizia in situazione di flagrante inadeguatezza dei genitori, entrambi tossicodipendenti. I bambini erano sporchi, trascurati e avevano anche lividi al volto. Erano stati visti, insieme ai genitori, anche di sera, in luoghi abitualmente frequentati da tossicodipendenti.

Subito dopo si attivarono i servizi sociali e il T.M. sospese la potestà genitoriale e dispose l’affido dei minori. Era stato previsto un programma di incontri con i genitori , ma dopo che la bimba iniziò a rivelare di atti violenti del padre ai quali aveva assistito e di abusi subiti con la complicità della madre, anche in ambito rituale, gli incontri con i genitori furono interrotti. Barelli Roberta fu assolta dalle accuse poiché l’unica prova a carico era la testimonianza della figlia, che fu ritenuta dai giudici non sufficiente, mancando riscontri oggettivi o testimoniali ed essendo risultato normale il reperto medico legale. Tuttavia, i figli, anche quando avrebbero potuto, non sono mai voluti tornare con la madre, e da quando furono allontanati non hanno mai espresso desiderio di rivederla.

Avv. Annalisa Lucarelli

Rappresentante Comitato VOCI VERE – Vittime della bassa modenese

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COMUNICATO STAMPA N. 19 DEL 27/10/2019

LETTERA AL DIRETTORE DE “LA STAMPA”  -  ABUSI E VIOLENZE NELLA BASSA MODENESE

In merito alla ormai nota vicenda sui fatti di pedofilia accaduti circa 20 anni fa’ nella bassa modenese, e tornata recentemente alla ribalta, il Comitato VOCI VERE – VITTIME DELLA BASSA MODENESE, composto da 27 membri di cui 7 ragazzi vittime degli abusi e violenze e 20 fra genitori affidatari e adottivi, si rivolge a Lei per chiedere di poter esporre sulla vostra testata giornalistica la nostra storia, alla luce degli ultimi avvenimenti del caso Bibbiano che ci hanno coinvolti, nostro malgrado.

Lo scopo che si prefigge il Comitato è quello di tutelare i diritti dei giovani di oggi (allora bambini) rispetto alla campagna mediatica che li vede ancora una volta oggetto di denigrazioni e violenze psicologiche.

In particolare si vuole denunciare la massiccia campagna mediatica che su questi ragazzi si è abbattuta e che li ha dipinti come inventori di bugie anche in merito agli atti di pedofilia subiti in famiglia : le vittime insomma sono diventate i carnefici e questi ultimi le vittime !

Il tutto è partito, con una attenta regia, dal giornalista Pablo Trincia e dalla sua inchiesta “Veleno” culminata con la pubblicazione dell’omonimo libro.

Ebbene, noi genitori affidatari e adottivi, insieme ai nostri ragazzi, abbiamo assistito ad una ricostruzione dei fatti che noi non riconosciamo assolutamente, poiché, avendola vissuta sulla nostra pelle con sofferenza e fatica, sappiamo bene che la vicenda si è svolta diversamente da come si vuole far credere.

Il lavoro del Sig. Trincia si è basato su una ricostruzione fuorviante degli atti processuali, contestabile sotto diversi aspetti e su molte omissioni circa fatti accaduti, oltre che su un opinabile modo usato nel reperire informazioni dai ragazzi. A seguito di questo lavoro giornalistico, in televisione e sui giornali non si è mancato di screditare i ragazzi senza alcuna remora, causando in loro ulteriori sofferenze e rivittimizzazioni.

Il Sig. Trincia con i suoi soliti ospiti, Lorena Morselli in primis (madre naturale di quattro fratelli facenti parte del comitato), ha monopolizzato tutti gli spazi dell’informazione con la propria parziale versione dei fatti.

Da quando è iniziata questa campagna denigratoria, nessun organo di stampa o televisione, salvo RAI 3, ha voluta dar voce ai ragazzi e ai loro genitori per stabilire un minimo di contraddittorio, prendendo come oro colato la versione del Sig. Trincia, che in sostanza nega essere avvenuto alcun abuso, nonostante l’evidenza processuale di ben 14 condanne definitive, che egli ritiene essere frutto di un clamoroso errore giudiziario.

La metà circa dei ragazzi oggetto a suo tempo degli abusi , facenti parte del Comitato, ha già rilasciato interviste a RAI 3, la prima per la sede di RAI 3 Emilia Romagna, la seconda all’interno della trasmissione CHI L’HA VISTO ?. Tutti hanno dichiarato di ricordare chiaramente cosa è loro successo negli anni dell’infanzia confermando nettamente le dichiarazioni che resero da bambini.

Considerata l’attenzione che avete dato sul vostro giornale ai recenti sviluppi del caso “Biella”, ( ultimamente spesso paragonato al nostro), con l’intervista ad una delle vittime, anch’egli stanco di un’esposizione mediatica fuorviante e da lui non cercata, siamo a chiederle di poter portare anche la nostra testimonianza all’attenzione dei vostri lettori.

Avv. Annalisa Lucarelli – lucarelli.annalisa@alice.it 

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

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COMUNICATO STAMPA N. 20 DEL 14/11/2019

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DI “AVVENIRE”

In relazione all’articolo pubblicato oggi sul vostro giornale a firma Lucia Bellaspiga “Bassa Modenese. Bimbi sottratti, dopo 20 anni l’abbraccio del Papa alle vittime”, il Comitato VOCI VERE Vittime della bassa modenese, composto da 27 membri di cui 7 ragazzi vittime degli abusi intrafamiliari e 20 fra genitori affidatari e adottivi, esprime tutto lo sdegno del Comitato per le affermazioni distorte e non corrispondenti alla realtà contenute nell’articolo.

Intanto già il titolo contiene una palese inesattezza, visto che le vittime sono state i nostri ragazzi abusati circa 20 anni fa da persone condannate con 14 sentenze definitive e non certo quelle presenti ieri in piazza San Pietro, alcune delle quali sono state riconosciute colpevoli di abusi.

Per quanto riguarda i “bimbi sottratti” e “i tanti bambini portati via” la giornalista non vuol precisare, forse perché non ne è a conoscenza, le motivazioni degli allontanamenti come risulta dai verbali e dagli atti processuali. Inoltre per il caso dei bambini che non tornarono casa “nemmeno nei casi in cui i loro cari furono poi assolti”, ovvero i 4 figli della Sg.ra Lorena Morselli, la giornalista non menziona o non è a conoscenza delle motivazioni del Tribunale dei Minori di allora sul perché di questa decisione. Fra l’altro tutti e 4 i figli della Sig.ra Lorena furono accertati essere stati abusati. Infine, questi ragazzi non sono mai voluti tornare dalla famiglia d’origine.

Poi grande notizia, fra le presunte vittime compare anche “Don Giorgio Govoni, morto giovane di crepacuore sotto il peso delle false accuse” . In primis che sia morto di crepacuore è una ipotesi plausibile tanto quanto quella che sia morto per la vergogna, visto che stava per essere condannato a 14 anni di carcere per abusi e riti satanici. Inoltre le c.d. “false accuse” sono in realtà accuse non provate, visto che mai nessuno ha dimostrato che i testimoni avessero detto il falso. Non si capisce che intende dire la giornalista con l’affermazione che “sia stato travolto dalla menzogna e dall’odio”, evidentemente scambia la verità con le menzogne, perché se fosse a conoscenza dei plurimi riscontri probatori, non si permetterebbe di scrivere queste scemenze. E’ stato inoltre consegnata al Papa copia del libro di Don Rovatti, che fu ritirato dal commercio a seguito di denuncia, per evitarne il sequestro, e non da fantomatiche “minacce”, come riportato nell’articolo della giornalista.

Il Comitato VOCI VERE Vittime della bassa modenese si è già attivato da tempo per produrre tutta la documentazione che riguarda la vita personale e giudiziaria di Don Govoni, oltre naturalmente alle numerose testimonianze di adulti e ragazzi che si ricordano benissimo a distanza di 20 anni la vera vita di Don Govoni. Pertanto la c.d. “beatitudine” come i promotori di questa iniziativa hanno definito, è di là da venire.

Per quanto riguarda il fatto che il Santo Papa conoscesse bene la storia di queste famiglie è solo nell’immaginario della giornalista, che non si capisce se era presente in piazza S. Pietro a titolo personale, o inviata del principale giornale cattolico d’Italia.

Il Comitato VOCI VERE esprime al Direttore di Avvenire il suo disappunto per questa linea che il giornale ha sempre tenuto da venti anni a questa parte, senza tenere in minimo conto la voce delle vere vittime e con discredito ripetuto nel tempo. Ci auguriamo che ci sia un cambiamento nella linea giornalistica per il rispetto nei confronti dei ragazzi e di un giornale che rappresenta in modo importante le istanze del mondo cattolico.

 Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

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COMUNICATO STAMPA N. 21 DEL 15/11/2019

IL GIORNALE.IT

ll Comitato VOCI VERE VITTIME DELLA BASSA MODENESE, in relazione all’articolo comparso su IL GIORNALE.IT il 14/11/2019 "Vogliono eliminare la famiglia". Ecco cosa c'è dietro Bibbiano, a firma Costanza Tosi, intende precisare quanto segue:

  1. dal video non risulta affatto che Papa Francesco si sia scagliato contro nessuno sistema, è una frase al solo scopo di propaganda;

  2. La giornalista deve portare le prove sulle “false accuse e sul lavaggio del cervello”, altrimenti anche questa è solo propaganda, oltre che offensivo per coloro che furono vittime di reati gravissimi;

  3. Fra "i genitori innocenti " presenti in piazza S.Pietro vi erano alcuni condannati in via definitiva per PEDOFILIA, pertanto il Papa non si può schierare con questi soggetti (evidentemente Lui era ignaro di tutto questo); la giornalista sembra essersi dimenticata di questo dato di fatto.

  4. "I tribunali hanno fatto giustizia" questa affermazione è vera, ma con 14 condanne definitive per PEDOFILIA, quindi a Mirandola e dintorni i PEDOFILI c'erano davvero ;

  5. La storia raccontata da "Pablo Trincia" è la sua verità, non quella di noi genitori e vittime che l'abbiamo vissuta e che è molto diversa dalla sua;

  6. Dimostri la giornalista che gli assistenti sociali "hanno assecondato l'orrore", "gli psicologi fatto denunciare ai minori in tribunale dopo lunghi lavaggi del cervello in cui i medici plagiavano i bambini fino a farli parlare di abusi mai avvenuti". Questa è solo una opinione della giornalista, che dovrebbe sapere che a decidere sono i Tribunali, non i servizi.

  7. E' assolutamente falso che alcuni di quegli psicologi che fecero terapia di sostegno facessero parte di Hansel&Gretel.

  8. Il Papa evidentemente non sapeva niente di Don Govoni e la storia riportata nell’articolo è intrisa di tutte le falsità che circolano in giro, noi del Comitato VOCI VERE abbiamo le prove e le testimonianze che Don Govoni non fu un uomo retto;

  9. Il collegamento fra la bassa modenese e Bibbiano è improprio, ma evidentemente serve per la solita propaganda.

In conclusione si invita la giornalista a documentarsi in modo approfondito e da più fonti, come si conviene, prima di scrivere cose totalmente infondate e, fra l’altro, esatta fotocopia di cose già scritte e dette da altri

Reggio Emilia, 15-11-2019

Annalisa Lucarelli – Rappresentante del IL COMITATO VOCI VERE

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COMUNICATO STAMPA N. 22 DEL 16/11/2019

LETTERA AL DIRETTORE DE “LA VERITA’”  -  GITA IN PIAZZA S.PIETRO

L’altro ieri red carpet in Piazza San Pietro, a Roma: un gruppo ben assortito nel quale figuravano persone condannate per pedofilia con parenti vari, un sindaco, avvocati e giornalisti, si è presentato all’udienza pubblica del mercoledì davanti a Papa Francesco, lamentando la sottrazione illecita di figli e nipoti e le ingiustizie subite a causa di false accuse. Il tutto condito con la consegna al Papa, a sorpresa tipo uovo di Pasqua, di copia del famigerato libro di Don Rovatti che fu ritirato dal commercio a seguito di denuncia: ovviamente questo non è stato spiegato al Papa, bensì gli si è fatto credere che ci fossero state fantomatiche minacce rivolte all’editore, quasi che in Italia si impedisse la libertà di stampa!

A completamento delle lamentele, il gruppetto ha tessuto le lodi di Don Govoni, definito prete “santo”, brava persona, caritatevole, lavoratore ecc ecc., anche lui poverino ingiustamente accusato di crimini orrendi. Naturalmente, il tutto è stato filmato a futura memoria dal cameramen ufficiale della compagnia, Giuseppe Morselli, uno dei condannati, (ma gliel’ha detto al Papa?) e del quale sarebbe interessante conoscere il parrucchiere, visto che appare sempre fresco di piega boccoluta. In prima fila i più tappetti, l’immarcescibile Lorena con il solito disco incantato e la sempiterna nonna Lina, dietro quelli più alti, come nelle foto di scuola di fine anno. La gita dell’allegra brigata a Roma ha portato a casa il solo risultato, per il quale c’è da essere indubbiamente fieri, di aver tentato di prendere in giro il Papa ( eh sì, è così), anziché, come credono, di aver fatto trionfare una qualche verità. Quanto al Govoni, cari miei, aspetterei a fare festa. La fortuna della comitiva è stata che Papa Francesco non era informato di ciò che accadde nella bassa modenese 20 anni fa; quando saprà come stanno le cose, sai che risate! La prossima volta consiglierei una gita a Lourdes, ci sono anche i barellieri per i più anziani, casomai. A questo punto, chissà che non ottengano il miracolo più ambito, che è quello di far scomparire VOCI VERE per sempre. Ah, mi raccomando, fate filmare tutto dal buon Morselli, se no chi ci crede?

Reggio Emilia, 16/11/2019

Annalisa Lucarelli ( lucarelli.annalisa@alice.it)

Rappresentante del Comitato “VOCI VERE, VITTIME DELLA BASSA MODENESE”

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