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LA MANCATA REVISIONE DEL PROCESSO DELLA BASSA MODENESE

IL SIGNIFICATO DELLA MANCATA REVISIONE DEL PROCESSO SCOTTA

 

E' stato emblematico il comportamento dei media a seguito della notizia proveniente dalla Corte di Appello di Ancona nel settembre 2020 sulla inammissibilità della revisione del processo a Federico Scotta :

silenzio assoluto.

Eppure già da un anno prima avevamo assistito sulle televisioni e sui giornali a innumerevoli apparizioni dell’interessato volte a diffondere la notizia della sua completa innocenza rispetto alle due condanne subite per atti di pedofilia in tre gradi di giudizio. Giornali e trasmissioni televisive avevano completamente avallato tale tesi mostrando il più grande sdegno verso le sue ingiuste condanne.  Sarebbe  interessante chiedere a quei giornalisti che ci avevano messo la faccia  perché oggi  si sono tutti defilati..

La cosa curiosa è stato assistere ad un balletto mediatico generalizzato che dava per scontata  l’assoluzione del condannato, quando non era neanche iniziato il processo vero e proprio, ma si era solo alla fase preliminare. Come si spiega questo comportamento? Semplicemente con il fatto che questa vicenda era stata talmente pompata ad arte, che sembrava scontato l’accoglimento della domanda di revisione e della successiva assoluzione. Si è voluto cioè creare nella pubblica opinione una specie di autoconvincimento collettivo su una ipotesi dimostratasi poi infondata.

Da qui bisogna partire per capire il significato di questo fatto.

Bisogna risalire a quello che era successo negli anni 2019-2020 dietro le quinte per preparare la richiesta di revisione, in termini di contatti con persone che furono coinvolte nelle vicende dello Scotta, allo scopo di trarne vantaggi processuali e mediatici.

Insomma uno spiegamento di forze interessate a che questo processo di revisione si facesse, al di la del caso singolo, per aprire la strada ad ulteriori processi di revisione che avrebbero dovuto dimostrare il clamoroso errore giudiziario compiuto 20 anni fa dai magistrati ( una settantina in totale) sulla vicenda della bassa modenese. Per non parlare delle presunte suggestioni delle psicologhe e degli assistenti social, sul banco degli imputati anche se nei loro confronti non è mai stata esercitata alcuna azione penale! Insomma, la pedofilia e i riti satanici, tutte cose inventate, e non si è ancora capito a quale scopo e chi avrebbe tratto vantaggio da questa ipotetica menzogna di proporzioni enormi.

La decisione poi della Corte di Cassazione del gennaio 2022 ( anche questa notizia passata sotto silenzio ad eccezione della stampa locale) ha infranto definitivamente questo sogno collettivo basato sul solo coinvolgimento emotivo che ai  “i poveri genitori naturali  erano stati strappati i figli”.

La caduta che ha provocato questo evento nelle persone che sostenevano lo Scotta è stata clamorosa.

Solo chi è a conoscenza delle vicende della bassa modenese può capire che questa notizia ha avuto un risvolto dirompente perché ha fortemente e definitivamente stabilito che con le parole e i circhi mediatici non si arriva da nessuna parte.

Per riaprire un processo ci vogliono prove nuove e serie; se si crede con la propaganda mediatica di influenzare l’operato dei giudici significa che non si hanno elementi importanti da portare a sostegno delle proprie tesi oltre che tenere in poco conto la magistratura.

Questo risultato fallimentare sul fronte delle richieste di revisione si aggiunge al primo processo di revisione (famiglia Galliera) celebrato e conclusosi con la conferma delle condanne del passato e alle tre archiviazioni degli esposti presentati nel 2019 per riaprire il caso della bassa modenese : una disfatta completa, una figura meschina per tutti quei giornalisti che si sono spesi anima e corpo nella difesa di una causa di cui non sapevano nulla.

Alla fine, leggendo le motivazione delle due sentenze ( che abbiamo trattato ampiamente nei vari comunicati stampa), l’insegnamento che se ne trae è semplice e definitivo :  la storia di quei 16 bambini e bambine non si cambia.

COMITATO VOCI VERE 

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