COMITATO VOCI VERE VITTIME DELLA BASSA MODENESE

I PROCESSI DEL PASSATO
Primo processo n. 748/97 RGPM
Con sentenza del 10 aprile 1998 del Tribunale di Modena si dichiara la responsabilità di Romano Galliera, Ivan Galliera, Adriana Ponzetto Federico Scotta, Alfredo Bergamini e Maria Rosa Busi, per avere, in concorso tra loro,e con Giacco Antonio e Calzolari Andrea, minori all’epoca dei fatti e giudicati separatamente, e con altri ignoti, perpetrato i delitti di violenza carnale aggravata ed induzione e sfruttamento della prostituzione in danno di Davide Galliera, Mary Guandalini e Elena Scotta minori infradecenni. Il Tribunale infligge pesanti condanne detentive, oltre pene accessorie e perdita della potestà genitoriale. Nel presente processo è imputato anche Giovanni Battista Scotta, padre di Federico, per abusi compiuti sulla figlia Giancarla, ma il Tribunale qui dichiara la propria incompetenza territoriale, essendo i fatti avvenuti a Bologna, precedente residenza degli Scotta ( il processo a Bologna si conclude con l’estinzione per prescrizione del reato).
Questo procedimento prende l’avvio dalle prime rivelazioni di Davide Galliera, e poi di Mary Guandalini, concernenti gli abusi avvenuti nell’abitazione dei Galliera e della Busi, nonché nell’abitazione, non individuata dalle indagini, dei tali Marco e Matteo.
La Corte d’Appello di Bologna, con sentenza n. 771 del 22\3\99 conferma la sentenza di 1°, e diviene irrevocabile per rigetto del ricorso in Cassazione. E’ stata respinta domanda di revisione nel 2001/2002 da parte di alcuni condannati.
In totale, i condannati sono sei. Per Scotta Giovanni Battista il separato procedimento a Bologna si chiuderà per prescrizione.
Secondo processo (c.d. pedofili bis) n. 1381 RGNR
Il procedimento, avente per oggetto altre ipotesi di reato, prende l’avvio da successive dichiarazioni di Davide Galliera, rese dal settembre 1997, riguardanti abusi di tipo rituale, avvenuti nei cimiteri della zona (Massa Finalese, Finale Emilia, Gonzaga): le indagini si amplieranno anche per le dichiarazioni di Mary Guandalini e delle minori di Massa Finalese Martina Morselli e Marcella Giacco, vittime di abusi sessuali, la cui relativa notizia di reato perviene autonomamente e separatamente alla Procura, ma che, per la coincidenza di tempi e luoghi, per il coinvolgimento delle medesime persone e soprattutto per l’analogia delle narrazioni dei bambini, diviene anch’essa oggetto del presente dibattimento. Il processo ha per oggetto anche un episodio di abuso patito da Davide Galliera e da Mary Guandalini il 26 dicembre 1996, per il quale è imputato Don Giorgio Govoni ; inoltre riguarda ripetuti episodi, tre nella scuola di Pegognaga ed uno nella scuola di Gonzaga, nel corso dei quali Davide Galliera sarebbe stato avvicinato – i primi con la complicità della sua maestra elementare Rita Spinardi- minacciato e percosso, sia dai genitori sia dal Giorgio di cui il bimbo aveva in precedenza parlato; Infine, il processo tratta anche degli abusi subiti da Martina e Riccardo Morselli, Marcella Giacco, i quattro fratelli Covezzi, Selena Bonfatti, Melissa Verona, sia in ambito familiare che rituale.
Il processo si conclude con la sentenza n.87 del 5.06.2000: vengono accertati gli abusi domestici e quelli compiuti nell’ambito cimiteriale. Vengono condannati Galliera Romano, Galliera Ivan, Ponzetto Adriana, Scotta Federico, Spinardi Rita per il reato di cui all’art. 605 c.p.; Scotta Federico e Kaemphet Lahmab per il reato di cui all’art. 609 quater c.p.; Morselli Giuliano, Roda Monica, Morselli Emidio, Morselli Enzo, Morselli Giuseppe, Bonfatti Massimo, Giacco Santo e Giacco Salvatore per il reato di cui al 609 quater ult. Co. C.p.; Morselli Giuliano e Roda Monica anche per il reato di cui all’art. 572 c.p.:
Vengono assolti Busi Maria Rosa per non aver commesso il fatto e Barelli Roberta perché il fatto non sussiste; Si dichiara non doversi procedere contro Govoni Giorgio per estinzione dei reati ascritti per morte del reo.
Si condannano gli imputati al risarcimento dei danni in favore delle parti offese, costituite parti civili, Davide Galliera, Mary Guandalini, Elena e Nick Scotta, Marcella Giacco, Martina e Riccardo Morselli, Selena Bonfatti e i quattro fratelli Covezzi.
La sentenza d’appello n.1657 dell’11 luglio 2001 assolve gli imputati dai reati relativi ai fatti commessi nei cimiteri, e assolve Santo Giacco, confermando per il resto la sentenza di primo grado, anche nelle statuizioni civili. Vengono perciò ridotte le pene inflitte in prime cure, salvo che per Scotta Federico, al quale viene irrogata la condanna ad ulteriori anni 2 di reclusione per la continuazione con i reati per i quali aveva già riportato condanna nel primo processo.
La Corte di cassazione, con sentenza n.2234 del 26.12.2002, conferma la sentenza d’appello sui reati commessi in ambito cimiteriale ponendo maggiormente l’accento sulla mancanza di prove sulle circostanze riferite dai bambini.
Accoglie i ricorsi del P.M. e delle parti civili riguardo alla posizione di Santo Giacco, per gli abusi commessi sulla figlia Marcella, annullando la sentenza con rinvio ( il giudice del rinvio assolverà Giacco per non aver commesso il fatto quanto al concorso morale degli abusi con altri e perché il fatto non sussiste per gli abusi commessi direttamente).
Respinge i ricorsi degli imputati, confermando così per il resto la sentenza d’appello.
In totale, i condannati sono sette. Tra gli assolti, due per non aver commesso il fatto, uno (Spinardi) non era imputato di reati sessuali.
In sintesi, reati sessuali in ambito domestico sono stati tutti ritenuti sussistenti, mentre gli abusi collegati ai rituali insussistenti
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Il processo ai coniugi Covezzi
Il Tribunale di Modena, con sentenza n. 56 del 24.09.2002, condanna i coniugi Covezzi a 12 anni di reclusione per aver compiuto atti sessuali con i figli Valeria, Paolo, Enrico e Agnese.
Il 10 giugno 2010 la Corte d’Appello di Bologna li assolve per non aver commesso il fatto.
Nel 2011 la sentenza viene annullata dalla Cassazione con rinvio: la Corte li assolve nuovamente per non aver commesso il fatto, recitando testualmente “se è indubbio e giudizialmente accertato che i minori vennero abusati dagli zii, non vi è prova certa che analoghi abusi avvennero ad opera dei genitori” .
La sentenza della Corte, ritenuta non censurabile poiché “reca corretta, motivata applicazione della costituzionale regola di giudizio dell’oltre il ragionevole dubbio”, viene confermata in Cassazione con sentenza n.2287 del 2014.
Le sentenze di assoluzione, oltre che dal PG, sono sempre state impugnate dai quattro fratelli/persone offese, costituiti parte civile e nel frattempo divenuti ampiamente maggiorenni.
Il processo a Enzo, Emidio e Giuseppe Morselli
Il processo si instaura a seguito delle dichiarazioni di Valeria Covezzi, che rivela alla psicologa Valeria Donati di aver subito abusi dagli zii e dal nonno Emidio, Giuseppe e Enzo Morselli. Le accuse vengono reiterate al P.M. il 19.11.99, al GIP il 10.12.1999, nel presente processo il 16.05.2003. Le condotte criminose, con rapimento della minore all’uscita da scuola, sarebbero avvenute quando si stava svolgendo il processo “pedofili bis”.
Con sentenza n.240/2005 il Tribunale assolve gli imputati; la sentenza è confermata dalla C.A. di Bologna (n.11024/2012).
Gli imputati assolti hanno poi intentato causa civile al tribunale di Reggio Emilia per risarcimento dei danni citando la Asl di Mirandola, la Dott.ssa Valeria Donati e Valeria Covezzi. Le domande sono state respinte in 1° (sent. 795 del 23.05.2019) ed è in corso l’appello. Nell’udienza d’appello di pochi giorni fa , gli appellanti hanno rinunciato al gravame nei confronti di Valeria Covezzi.
Il processo a Canti Carlo
Il processo vede imputato l’Avv. Carlo Canti, accusato di minacce nei confronti di Covezzi Valeria e Covezzi Paolo al fine di indurli a deporre il falso nel procedimento penale n. 386/99 in cui erano persone offese e testimoni. Viene condannato dal Tribunale di Modena (sent. N. 136 del 26.02.02; RGNR 10098/99; 3282/00 RG Gip). Viene assolto in 2°, con sentenza confermata in Cassazione.
Procedimenti innanzi al T.M.
Il T.M. ha emesso decreti di decadenza dalla potestà genitoriale e dichiarazione di adottabilità per 11 minori; decreti di decadenza dalla potestà e limitazioni per 1 caso, con affidi fino alla maggiore età per 5 minori
Corte di Strasburgo
Per quanto riguarda il ricorso alla Corte europea di Strasburgo, attivato per i quattro minori Covezzi, esso è stato respinto quanto al merito degli allontanamenti ed accolto soltanto in relazione ad un punto riguardante un ritardo nella audizione delle parti da parte del TM. La Corte di Strasburgo respinse anche il ricorso presentato da Barelli Roberta.
Quindi, solo per dare il senso della complessità dei fatti e dei processi, 11 giudici di tre gradi nel primo processo, 11 giudici di tre gradi nel secondo processo hanno ritenuto di condannare a pene severissime. Nel terzo processo, a parte il collegio di primo grado, per due volte il PG ha ritenuto di ricorrere per cassazione ed una volta la Corte di cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione.
Il processo Di Palma
Questo processo riguarda un caso di abusi che seguì un separato iter giudiziario, ma per certi aspetti collegato agli altri. Pablo Trincia nel suo libro non ne fa menzione. Il caso ha per oggetto abusi subiti dal 1995 da F.A. da parte dello zio materno Di Palma Luigi. Lo zio viene condannato con sentenza del Tribunale n.45/04 ( n.865/99 R.G.n.r.), confermata in Cassazione.
A seguito di successive rivelazioni del bambino concernenti abusi in ambito rituale, molto simili a quelli raccontati dagli altri bambini nei diversi processi, vengono incriminati i genitori di F. A., che però vengono assolti.
In questo caso si evidenzia che il Dott. Camerini fu nominato perito dal P.M.: svolse due perizie sul bambino. Nella prima lo ritenne pienamente attendibile. Nella seconda, disposta dopo le rivelazioni sui cimiteri e sulle uccisioni, lo stesso perito lo ritenne inattendibile e secondo lui, lo era anche per gli abusi commessi dallo zio.
Il tribunale censurò il perito affermando che il mutamento di parere non era motivato sufficientemente e aderì alla prima perizia condannando lo zio di F.A.
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Le Condanne definitive
PRIMO PROCESSO
CORTE DI APPELLO DI BOLOGNA SENTENZA N.771/99 CONFERMATA IN CASSAZIONE
Galliera Romano anni 10 reclusione
Galliera Ivan anni 4
Ponzetto Adriana anni 6
Scotta Federico anni 9
Bergamini Alfredo , deceduto prima dell’appello, condannato in primo grado (Sent. n. 148/98) ad anni 13
Busi Maria Rosa anni 6
SECONDO PROCESSO
CORTE DI APPELLO DI BOLOGNA SENTENZA N. 1657/2001 CONFERMATA IN CASSAZIONE
Scotta Federico anni 2
Lamhab Kaemphet anni due e mesi 6
Morselli Giuliano anni 11
Morselli Emidio anni 9
Morselli Giuseppe anni 9
Morselli Enzo anni 9
Roda Monica anni 5 e mesi 3
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